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Dei ladroni: romani, comunisti, leghisti e tutta quella gentaglia lì. TUTTA.

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In realtà oggi non ho tempo di lavorare ad un’opera importante come il mio “dossier” sulla Green Energy, del quale vi avevo promesso una seconda puntata x giovedì. Verrà pubblicato domani – o lunedì, a questo punto vedo se l’arma della suspence dà i suoi frutti. Non accetto rimostranze. Anzi no, **zzo dico: rimostrate, rimostrate pure, che almeno muovete quelle ditine anchilosate e lasciate un commento. Sarebbe davvero commovente sapere che ve ne frega un minimo della Green Economy… E comunque il mio compito (che mi sono autoassegnata, me ne rendo conto) è comunicare e la divulgazione delle buone idee altrui ne fa sicuramente parte. :-). MA. Non temete, non resterete delusi dal post di oggi – credo che la maggior parte di voi abbia oramai di questa classe politica un’opinione talmente bassa che anche dire che i politici vanno a puttane rubano sono collusi con la mafia ci prendono palesemente x i fondelli bon, non me ne viene in mente una che non abbiano già fatto e certificato, ma capite cosa intendo – insomma, qualsiasi cosa oramai non delude, nè sorprende più. Vi informo allora su alcuni dettagli delle loro malefatte, potrete scoprire, udite, udite, esattamente quali strumenti usano x fregarvi – una bella soddisfazione no? :-P Ugh. E siccome ho poca fede anche in voi :-) invece di darvi solo il link all’articolo di oltre 2600 parole, ve ne estrapolo io i passaggi più succosi, perchè la fancazzista malata di internet sono io, che l’articolo me lo sono già pippato con gusto.

Chi volesse approfondire potrebbe leggere l’articolo completo su www.noiseFromAmerika.org

Nell’Aprile del 1993 si era svolto un referendum promosso dai radicali con otto quesiti, uno dei quali proponeva l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti politici. Ad esso aveva partecipato il 77% degli aventi diritto e il 90,3% aveva detto chiaramente di voler abrogare il finanziamento pubblico. Ma i signori di Roma non si erano persi d’animo e avevano detto: “non volete più darci dei quattrini per finanziare le nostre attività? Va bene, come volete, però almeno continuate a rimborsarci le spese che dobbiamo sostenere quando ci sono le elezioni”. E così è stata approvata, subito dopo il referendum, una legge che concedeva ai partiti politici un “contributo per le spese elettorali”. Quella legge era stata immediatamente applicata in occasione delle elezioni del 27 e 28 Marzo 1994. Nella circostanza l’erogazione era stata di 47 milioni di euro. Pochi anni dopo i “rimborsi” per le elezioni politiche del 2001, del 2006 e del 2008 erano saliti rispettivamente a 476, 499 e 503 milioni: un bell’aumento, non vi pare?

La Corte dei Conti ha ricostruito la storia di questi “rimborsi”: dopo il referendum del 1993 si sono svolte cinque elezioni politiche, tre europee, e tre regionali. La Corte dei Conti ha accertato che per queste elezioni i partiti politici hanno speso in totale 579 milioni di euro e hanno incassato, come “rimborsi” delle loro spese elettorali, 2.254 milioni di euro. Questi numeri non includono ancora i “rimborsi” per le europee del 2009 e per le regionali del 2010.

“Referto ai presidenti delle Camere sui consuntivi delle spese e sui relativi finanziamenti riguardanti le formazioni politiche che hanno sostenuto la campagna per le elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica del 13 – 14 aprile 2008” con apprezzabile consapevolezza del proprio ruolo la Corte dei Conti ha scritto che quello che viene normativamente definito contributo per il rimborso delle spese elettorali è, in realtà, un vero e proprio finanziamento”. Con buona pace dei 31,2 milioni di italiani che col referendum del 1993 avevano dichiarato di volere l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.

Il cosiddetto “rimborso elettorale” non viene calcolato sulla base di quello che i partiti politici spendono, ma viene calcolato e pagato sulla base dei voti che prendono, moltiplicato un “costo” del voto ed il costo lo decidono loro!

Quando la legge era entrata in vigore, se non altro, prevedeva che “in caso di scioglimento anticipato del Senato della Repubblica o della Camera dei Deputati il versamento delle quote annuali dei relativi rimborsi è interrotto.” Ma all’inizio del 2006 c’è stato un autentico colpo di mano. In una lunghissima e orribile legge chiamata “mille proroghe” (legge n 51/06) nell’articolo 39 – quater decies (!) i signori del parlamento romano hanno cambiato un paio di parole: e’ stato sufficiente cambiare “interrotto” con “comunque effettuato” per far incassare ai partiti politici, se non sbaglio i calcoli ed applicando il principio di “non duplicazione” dei contributi nello stesso anno, circa 300 milioni di Euro sulle elezioni del 2006 che con il vecchio testo i partiti non avrebbero incassato. Più altri 200 milioni sulle elezioni del 2008, se l’anno venturo ci saranno elezioni anticipate.

E qui c’è una digressione sui contributi statali x le elezioni – non i rimborsi, i contributi – che oltretutto godono di interessi quando pagati in ritardo (dallo stato allo stato stesso :-)). Ma teniamoci solo ai rimborsi.

(A seguito di rimostranze della Corte dei Conti n.d.r.) I signori della Casta si sono accorti di avere esagerato e con il decreto del 31 Maggio 2010 hanno stabilito una riduzione del 10 per cento, oltre a cancellare la frase “in caso di scioglimento anticipato ecc ecc”, ma questa novità sarà applicabile a decorrere dal primo rinnovo successivo all’entrata in vigore del decreto di fine Maggio e quindi non tocca i “rimborsi” delle elezioni del 13 e 14 Aprile 2008 che, qualsiasi cosa succeda, continueranno ad essere versati per tutti i cinque anni della durata teorica della legislatura.

Ecco qualche altro numero. Dal 2008 il partito Rifondazione Comunista non è presente in Parlamento ma continua a incassare (fino al 2010) la sua quota del “rimborso” delle elezioni del 9 e 10 Aprile 2006, quando aveva battuto tutti i record: le spese complessivamente accertate dalla Corte dei Conti erano state di un milione e 636 mila euro e i voti ottenuti gli avevano dato il diritto di ricevere dalla pubblica amministrazione 6 milioni e 987 mila euro all’anno per cinque anni. In totale 34 milioni 932 mila euro (fonte: Corte dei Conti, relazione sulle elezioni politiche del 9 e 10 Aprile 2006, pagina 269) Pensate che 100 euro investiti da Rifondazione Comunista nella campagna elettorale del 2006 sono diventati 2.135 euro. Per le elezioni del 2008 il record, invece, spetta alla Lega Nord: le spese accertate dalla Corte dei Conti sono state di 2 milioni e 940 mila euro e i voti ottenuti hanno dato al Carroccio il diritto di ricevere dalla pubblica amministrazione 8 milioni e 277 mila euro all’anno per cinque anni. In totale 41 milioni 385 mila euro. Dunque 100 euro investiti dalla Lega nella campagna elettorale del 2008 sono diventati 1.408 euro.

Quasi tutti dicono che bisogna cambiare la legge elettorale, ma non ho ancora sentito nessuno dire che bisogna cambiare la legge sui rimborsi elettorali. Per forza: i partiti politici incasserebbero meno soldi ed è anche per questo che i membri del parlamento non li scelgono i cittadini ma le segreterie dei partiti politici: gli spiriti liberi non hanno più diritto di cittadinanza nei palazzi romani. Ormai l’unica possibilità è fare un tam tam, un passaparola.

Sentitevi quindi liberi di ed incoraggiati a condividere questo post – mi rendo conto del conflitto d’interessi, ma credo che la mia coscienza sopravviverà. :-) E poi il mio contributo l’ho dato: inclusi i miei commenti l’intero post è meno della metà dell’originale, il che invoglierà più persone a leggerlo tutto e saperne di più. Tè, come si pulisce facilmente una coscienza. Baci valà



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